L’ACT (Acceptace and Commitment Therapy) è una forma di psicoterapia Cognitivo Comportamentale, fondata da Steven C. Hayes, professore di Psicologia dell’Università del Nevada, negli Stati Uniti.
Pur essendo un approccio estremamente innovativo, l’ACT fonda le sue radici su solide basi scientifiche, infatti, sono state effettuate oltre 250 ricerche condotte a livello internazionale e anche in Italia (per un elenco completo consulta il sito).
Un cospicuo numero di ricerche conferma l’efficacia di una psicoterapia con metodo ACT per il trattamento di numerosi disturbi come ansia, depressione, attacchi di panico, fobie, disturbo ossessivo-compulsivo ecc.
I 3 pilastri dell’ACT
La terapia ACT mira ad incrementare le capacità personali di perseguire obiettivi e valori individuali significativi attraverso 3 tipologie di strategie esperienziali:

Con il termine accettazione, non si intende una forma di rassegnazione o fatalismo, ma una forma di consapevolezza, che pone i nostri valori in una posizione più importante rispetto alle nostre paure o a qualsiasi difficoltà esistenziale.
Con l’accettazione veniamo portati ad accettare la presenza di una difficoltà senza negarla, evitarla o respingerla.
Nel processo di accettazione la Mindfulness è uno dei metodi utilizzato, con lo scopo di osservare la propria esperienza attraverso l’attenzione al momento presente.
Intraprendere un’azione impegnata significa agire un comportamento guidato dai propri valori personali, anche in presenza di pensieri, emozioni o ostacoli esterni indesiderati che lo rendono difficile.
La flessibilità psicologica è la scelta di agire secondo i nostri valori senza farsi influenzare e bloccare dagli ostacoli che la vita ci presenta.
L’ACT messa in pratica
Secondo il modello, quando viviamo un momento difficile, è perché non riusciamo a individuare la direzione che ci permette di realizzare ciò che per noi è veramente importante e significativo. Ti faccio un esempio.
Prova ad immaginare una giovane donna, Laura, che nel suo tempo libero ama viaggiare e visitare città con la sua famiglia. Al tempo stesso Laura teme di visitare alcune città e alcune piazze perché ha la fobia degli uccelli.
Ora immaginiamo che Laura voglia programmare un viaggio per visitare Venezia, ma l’ornitofobia glie lo impedisce e decide di rimandare il viaggio.
Nella situazione sopra descritta, la fobia impedisce Laura di individuare la direzione per andare incontro a ciò che per lei è veramente importante, viaggiare.
Inoltre, paradossalmente, Laura mette in atto tutta una serie di comportamenti che la allontanano da ciò che per lei è significativo, finendo così per evitare di fare il viaggio che tanto vorrebbe fare.
Una terapia ACT permette di scegliere la nostra direzione, per perseguire ciò che per noi è importante nonostante la presenza di ostacoli.
Quello che ostacola i nostri valori viene affrontato e superato attraverso un processo esperienziale di: accettazione, impegno all’azione e con la flessibilità psicologica.
In riferimento al caso sopra descritto, il primo passo che viene affrontato in una terapia con metodo ACT, è l’accettazione di tutti i pensieri e le emozioni negative che la fobia provoca. Accettare non significa rassegnarci, ma trovare il modo per rendere pensieri ed emozioni negativi meno invalidanti.
Il secondo passo è quello di agire con delle azioni impegnate. In questa fase è importante mettere in atto comportamenti che possono risultarci difficili ma al tempo stesso necessari a rendere la nostra vita degna di essere vissuta.
Nel caso della fobia accettare di esporsi alla desensibilizzazione sistematica (tecnica elettiva per il trattamento delle fobie) è l’azione impegnata necessaria.
Infine, con la flessibilità psicologica, si decide di perseguire con costanza le azioni impegnate, che seppur difficili, sono ciò che ci permette di avvicinarci ai nostri valori.
Efficacia di una psicoterapia ACT
L’ACT ha un’efficacia sostenuta sperimentalmente su una vasta gamma di condizioni cliniche (ultimo aggiornamento marzo 2021, 465 RCT e 165 metanalisi): stress lavorativo, dolore cronico, fumo, ansia, depressione, gestione del diabete, abuso di sostanze, fobie, stigma relativo all’uso di sostanze per la gestione del dolore in oncologia, epilessia, schizofrenia, disturbo borderline di personalità, tricotillomania, disturbo ossessivo-compulsivo, tossicodipendenze, pregiudizio razziale, disturbi associati al colpo di frusta, disturbo d’ansia generalizzato, dolore cronico pediatrico, gestione del peso e dello stigma legato all’obesità, utilizzo da parte dei medici di farmacoterapia basata sulle evidenze, ecc. ( consulta il sito ).
Un breve esercizio per te
Nell’ACT, decidere di fare ciò che funziona senza farsi bloccare dalle difficoltà, è alla base di quello che possiamo chiamare vero cambiamento. Per intercettare ciò che ti blocca, ti lascio un esercizio utile a focalizzare bene il punto in cui sei e dove vorresti arrivare.
Io lo chiamo l’esercizio della mongolfiera. Pensare alle zavorre che si lasciano a terra, rende bene l’idea dei passi complicati ma necessari che bisogna fare per permettere alla mongolfiera di volare alto verso la sua destinazione. Prova quindi a rispondere a queste due domande.
Riferimenti Bibliografici
- BibliografiaRuss Harris, (2009). La trappola della felicità. Come smettere di tormentarsi e iniziare a vivere. Erickson, (Trento).
- https://www.act-italia.org/acceptance-commitment-therapy/